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Caro Roberto
You’re awesome. (Sorry for being overly colloquial, I’m American.) I haven’t even finished reading La paranza dei bambini (Feltrinelli, 2016) and I can already say that you’re awesome. I like the rawness of your story about little Neapolitan punks who aren’t afraid of the Mafia, or of death for that matter. I like your masculine straightforwardness: without beating around the bush, you go straight for the jugular with singularly chosen words. I like how you break off sentences without warning, at just the right moment. It’s effective. Very effective.
Sei un grande. (Scusa il tu, sono americana.) Non ho
neanche finito di leggere La paranza dei
bambini (Feltrinelli, 2016) e posso già dire che sei un grande. Mi piace la
crudezza di questa tua storia di ragazzini napoletani che non hanno paura di
nessun boss, figuriamoci della morte. Mi piace la tua schiettezza virile, senza
mezzi termini, con parole ben scelte che vanno dritto al bersaglio. Mi piace il
tuo modo di troncare le frasi inaspettatamente, al momento giusto. Fa effetto.
E tanto.
Reading
your novel has made me think about what it means to be a man – about the
violence, power and greed that make the world go round. I’m a mom to two little
boys and, despite their teariness, they wrestle, compete, roar. I stand around
and watch them in awe. I was surrounded by the same amount of testosterone when
studying at the “Orientale” in Naples – young intellectual men that I envied
for the way they didn’t get hung up on things, for their mastery of the art of
cursing, their freedom of thought and life choices, their innate understanding
that they could create something, anything
– only to destroy it. I envied their yang, their inner Shiva.
Leggendolo mi ritrovo a riflettere su cosa significhi
essere maschio – sulla violenza, il potere, l’avidità che fanno girare il
mondo. Sono mamma di due maschietti e, nonostante le lacrimucce, ruzzolano, gareggiano,
ruggiscono. Li osservo meravigliata, incuriosita. Ero circondata da una simile quantità
di testosterone quando frequentavo l’Orientale di Napoli – giovani
intellettuali di cui invidiavo l’assenza di ingrippi, l’arte della bestemmia, la
libertà di pensiero e di scelte di vita, l’innata consapevolezza di poter fare
e disfare a piacere, creare a distruggere. Lo yang, Shiva.
Maybe that’s
why I like your hooligan protagonist, Nicolas. And because I like him, I’d like
to find out more about his motives. I’d like more stream of consciousness; I’d
like to know that someone like him, who knocks over strollers parked on the
sidewalk, has a consciousness. I’d like to see more scenes with his seemingly
normal family, dialogues with his girlfriend Letizia, observations about those
narrow streets so close they could “kiss.” I’d like to understand if his dismal
neighbourhood is to blame for his violence, or perhaps the absence of good male
role models, or television, or karma, or hormones in the chicken. I’d like to
know if something has changed in our modern world or whether it’s just the same
old tune over and over again since the time of the Neanderthals.
Forse sono queste qualità a rendermi simpatico il tuo teppista-protagonista,
Nicolas. E poiché mi piace, vorrei approfondire di più le sue motivazioni. Vorrei
più flusso di coscienza, vorrei sapere che lui – che con lo scooter urta passeggini
sul marciapiede – una coscienza ce l’ha. Vorrei vedere più scene in famiglia (a
quanto pare, normalissima), dialoghi con la fidanzata Letizia, osservazioni dei
vicoletti così vicini da “potersi baciare.” Vorrei capire se quel quartiere
degradato è da biasimare per la sua violenza, oppure piuttosto l’assenza di
buoni modelli di riferimento maschili, o la televisione, o il karma, o gli
ormoni nel pollo. Vorrei sapere se è cambiato qualcosa nel mondo di oggi oppure
se è sempre la stessa vecchissima canzone che si ripete a tormentone sin dai tempi
dei Neanderthal.
Maybe you
don’t know either and that’s why you write about these things. I too write in
order to unravel the mysteries that dog me in my own life. Therefore, I don’t
expect or demand that the final pages of your book will be able to answer the
question: what is a man? Because if you pull that one off, you’re not just
awesome, you’re a god.
Forse non lo sai neanche tu ed e per questo che ci scrivi.
Anch’io scrivo per tentare di sbrogliare quei misteri che mi tormentano nella vita.
Quindi non mi aspetto e non esigo che le ultime pagine del tuo libro mi daranno
una vera e propria risposta alla domanda, cos’ è un uomo? Perché se lo fai, non
saresti solo un grande, ma un dio.
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