Image by David Cohen |
Non ti scrivo ma
ti penso sempre, soprattutto sotto la doccia. Faccio conversazioni con te nella
mia mente, e ho tanti frammenti di pensieri, tante confessioni, da condividere
con te.
I haven’t written you much because I’ve been writing too
much. Since having the brilliant idea to translate/rewrite my manuscript in
Italian, I’ve stayed up many nights with my face lit by a computer screen. A
sort of tanning bed that, however, still leaves me looking as white as a
vampire. I’ve turned into a collector of phrases, a keen student of the
subjective, a living and breathing thesaurus, a health fanatic of punctuation.
I figure that I’ll have plenty of time to sleep after I’m dead. It’s an
unsustainably nutty phase in which I love words almost as much as my kids, and
I’d throw myself into a stormy sea to save them, if it weren’t for the fact
that if I die I won’t be able to finish my book. A real dilemma.
Non ti scrivo perché
scrivo troppo. Da quando ho preso la decisione geniale di tradurre/riscrivere
il mio libro inedito in italiano, passo lunghe nottate con la faccia illuminata
dal computer. Mi faccio la lampada di parole, eppure ho la faccia esangue di un
vampiro. Sono diventata un collezionista di frasi, una studentessa volenterosa
del congiuntivo, un dizionario vivente di sinonimi, un salutista della
punteggiatura. Ragiono che avrò tanto tempo per dormire dopo la morte. È un
periodo dai ritmi insostenibili in cui adoro le parole quasi quanto i miei
figli, e mi getterei pure in un mare tempestoso per salvarle, se non fosse per
il fatto che se muoio non riuscirò a finire il libro. Un casino.
I haven’t written you because I don’t know where to start. The
thoughts that I send you telepathically in the shower don’t lend themselves
easily to words. They are lightbulbs, epiphanies, feelings, fantasies. Or
sometimes thoughts that are shameless or all wrong or off the topic. They are tiny
and they sparkle like raindrops, little whirlpools of thoughts that form freely
in a stream of consciousness. I’d like to catch them but there are so many,
they come one after the other and melt into each other. Confessions that I just
let slip away down the shower drain.
Non ti scrivo
perché non so da dove cominciare. I pensieri che ti trasmetto telepaticamente nella
doccia non si traducono facilmente in parole. Sono illuminazioni, epifanie,
sensazioni, fantasie. Oppure pensieri sfacciati, sbagliati, fuori tema. Sono
piccoli e scintillanti come gocce di pioggia, mulinelli di pensieri che girano
a ruota libera in un flusso di coscienza. Vorrei afferrarli ma sono tanti,
cadono uno dopo l’altro, si sciolgono. Tutte confessioni che lascio scivolare
via per lo scarico della doccia.
It’s not you, it’s me. The problem, I can see now, is
thinking that I have to order my thoughts before presenting them to you, to
take you on a narrative that goes full circle, to entertain you or give you
some sort of insight. But the more I organize my own book, the more my shower
confessions become scattered, like many little exploding stars. I’d like to
learn to accept them for what they are, value them, tell you about them. I’d
like to learn how to drop a comma now and again, and then get into it to the
point where I’m dropping commas behind me like a trail of crumbs to find my way
home.
Non sei tu, sono
io. Il problema, ho capito, sta nel pensare di dover ordinare i miei pensieri
prima di presentarteli, di tracciarti un percorso che ritorna al punto di
partenza, di farti per forza divertire o riflettere. Ma più metto ordine al mio
libro di notte, e più le confessioni sotto la doccia mi arrivano caotiche, come
piccole esplosioni stellari. Voglio imparare ad accettarle così come
sono, valorizzarle, comunicartele. Voglio imparare a tralasciare qualche virgola
ogni tanto, a prenderci gusto al punto di lasciare dietro di me una scia di
virgole come briciole per ritrovare la strada di casa.
Forgive me. I
love you. I’ll write more often, even if they are only fragments –
disconnected thoughts frayed at the edges, too hoity-toity or childish, without
any humor or nutritional value. Bear with me, you know what I’m like.
Perdonami. Ti
voglio bene. Ti scriverò più spesso, anche se sono solo frammenti – pensieri
sconnessi o sfilacciati, troppo intellettualoidi o troppo infantili, privi di
umorismo o di valore nutritivo. Abbi pazienza, sai come sono fatta.
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