Se ti stai
chiedendo, e probabilmente non è il caso, perché
non scrivo da un po’, beh, puoi dare la colpa alla mia musa. È arrivata in un vortice di parole
per poi lasciarmi sfinita. Mi sento usata.
According
to a Woody Allen film I watched last night, behind the literary ambitions of
male writers with small testicles is a beautiful young woman, a real-life muse.
To write well, I too need a muse, and although mine is not of the
flesh-and-blood kind, she is definitely a woman. Something between a goddess
and a diva, an Amy Winehouse of sorts, my muse is fine-boned and no-nonsense,
fragile and sexy, an old soul on the verge of a nervous breakdown.
Secondo un
film di Woody Allen che ho visto ieri sera, dietro le amibizioni letterarie di
scrittori maschi dai testicoli piccoli c’è una bellissima donna giovane, una musa nella
vita quotidiana. Pure io per scrivere bene ho bisogno di una musa, e anche se
la mia non è una in
carne ed ossa, è
senz’altro femmina. Un incrocio tra dea e diva, una specie di Amy Winehouse, la
mia musa è di
lineamenti sottili e modi non negoziabili, è fragile e sexy, un’anima che dopo tante
reincarnazioni si trova sull’orlo di una crisi di nervi.
She arrives
in a balmy storm, the edge of a Pacific cyclone, and whispers tingling phrases
into my ear. As I cook the kids pancakes, she bosses me around until I run to
the chalkboard to get it all down. She follows me to the playground or the zoo,
and I end up with words tattooed up my arms until I can get home. In the dark
on the verge of sleep, my muse creaks open the curtains and breathes into my
hair, and the only way to get her to leave is to get up and bathe in the blue
light of the computer. It’s all exhilaration and alliteration, music and
diamonds; it’s like being in love. A few recent blasts of her have left only
the bones of my original manuscript and fleshed it out in her likeness.
Arriva in
una tempesta calda, l’orlo di un ciclone nel Pacifico, e sussurra parole che mi
vibrano nell’orecchio. Mentre preparo le frittelle ai bambini, lei mi comanda a
bacchetta finché non
corro alla lavagna per annotare il tutto in gesso. Mi segue fino al parco
giochi o allo zoo, e finisco con le braccia tatuate di parole fino al rientro a
casa. Al buio nel dormiveglia, la mia musa apre uno spiraglio della tenda e mi
sospria nei capelli, e l’unico modo per scacciarla è alzarmi per immergermi nella luce blu del
computer. È tutta
eccitazione e allitterazione, musica e diamanti, è come essere innamorati. Sono bastate poche di
tali raffiche recenti perché lei lasciasse soltanto le ossa del mio manoscritto originale e lo rimpolpasse
nella sua immagine.
Her abrupt
departure leaves my hair tied in knots, my eye make up smudged, the sky flat.
She is to blame for my subsequent migraines, low blood pressure and iron
deficiency. And I’m counting the days till I can see her again.
La sua
partenza improvvisa mi lascia con i capelli annodati, il trucco intorno agli
occhi sbavato, il cielo appiattito. Do la colpa a lei per le mie successive
emicranie, pressione bassa e carenza di ferro. E sto contando i giorni che
mancano al suo ritorno.
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