Photo by Michael Liao |
According to Einstein and physics, time is an illusion. Time
is not actually like a movie rolling before us in the theater from the first
to the last frame, moving in one direction only without giving us the chance to stop
the film, rewind or forward. Time, though it seems counter-intuitive,
isn’t linear at all nor is it universal but personal, shifting and imprecise. Each
sequence of events goes by its own clock. And which of us hasn’t experienced how
the minutes slow to a crawl during a kiss and speed up when we’re stressed? The only clock
that can measure time in a truly universal way is the atomic clock, which counts
the nuclear vibrations of atoms, the rapid rhythmic pulsing like that of a
musician tirelessly beating his drum to make sure that the collective trance isn’t
broken – because he knows that if the atoms were to stop their dervish dance,
even just for a nanosecond, the entire universe would cease to exist.
Infatti già in
antichità Aristotele aveva capito che il tempo è solo un modo per misurare come
si muovono le cose: se non succede niente, il tempo non c’è. E visto che il movimento
non può che avvenire nello spazio, il tempo e lo spazio sono un tutt’uno – lo
spaziotempo. Se stai fermo, seduto, percepisci il tempo in un modo, ma appena
ti alzi e quindi ti muovi nello spazio, il tempo sembra rallentare. E se il
tempo è nato con il Big Bang, dal suo moto esplosivo, rimane inevitabilmente
legato al pianeta sotto i nostri piedi. A pianoterra, dove la forza di gravità è
maggiore, il tempo scorre più lentamente rispetto ai piani superiori: allontanandoci
dalla Terra, l’effetto è accentuato. Forse per questo quando meditiamo ci
viene naturale sederci per terra, perfino spalmarvici sopra come angeli caduti
nel vano tentativo di fermare il ticchettare dell’orologio, di vivere
pienamente nel presente, schiacciati in quella zona intermedia tra passato e
futuro che non esiste.
In fact, even in antiquity Aristotle understood that time is
nothing more than a way to measure movement: if nothing happens, then there is
no time. And since movement can only happen in space, time and space are one – spacetime.
If you’re sitting still, then you perceive time in a certain way, but as soon
as you stand up and move within space, time seems to slow down. And if time began
with the Big Bang, from this first explosive motion, then we are inevitably
bound to the planet beneath our feet. On the ground floor, where the pull of
gravity is greater, time flows more slowly than on the upper floors: the further
we travel from Earth, the greater the effect. Maybe that’s why when meditating
it feels natural to sit on the ground, even flattening ourselves against it lying
like fallen angels in a vain attempt to stop the clocking from ticking, to live
fully in the present, crushed between past and future in a sliver that doesn’t
really exist.
Abbi pazienza. Dunque,
così come tutto lo spazio (cioè l’universo) esiste in questo momento, anche tutto il
tempo esiste in questo momento – allo stesso modo in cui le stelle ormai morte
esistono perché vediamo la loro vecchia luce viaggiare attraverso lo spazio. Stando
alla fisica quantistica allora, secondo
me il tempo non è un film ma un libro.
Come le pagine che già abbiamo letto, il passato non viene sostituito dal futuro: tutto il tempo esiste già, come esistono già
tutte le pagine di un libro. Di solito leggiamo le pagine cronologicamente, una
dopo l’altra, ma potremmo tornare indietro se volessimo, soffermarci
sull’attimo sfuggente, sfogliare, sbirciare la fine. Questa mi sembra l’unica
spiegazione razionale del perché a volte nella vita riaffiora un ricordo – una
sensazione vivissima – di una vita precedente, e del perché con ancora più frequenza
si può leggere nel futuro.
Now bear with me. It stands to reason that if all of space
(that is, our universe) exists right here right now, then all of time exists
right here right now – in the same way that dead stars still exist because we
see their old light travelling through space. Following the logic of quantum physics
then, I see time not as a movie but as a
book. Like the pages we’ve already read, the past isn’t replaced by the future: all of time already
exists, just as all the pages of a book already exist. We tend to read pages
chronologically, one after the next, but we could just as easily go back and reread,
linger on the fleeting moment, flip through the following chapters, steal a
peek at the ending. This seems to me like the only rational explanation as to
why sometimes in life you might have a memory – so alive it seems real – of a
past life, and why even more often it’s possible to see into the future, to read the future.
E leggere nel pensiero? Qui sta il paradosso, la magia della vita, perché lo stesso concetto di
spaziotempo viene capovolto dalla scoperta delle particelle gemelle. Esistono
nell’atomo alcuni quanti chiamati fotoni, particelle di luce, che sono capaci
di superare il tempo e lo spazio. Sono delle particelle gemelle che prima erano
una sola e poi sono state divise ma che si ricordano l’una dell’altra e continuano
a specchiarsi. Anche se poste a due lati opposti dell’universo, le due
particelle luminose si mandano dei messaggi che attraversano lo spazio e
trapassano la materia secondo una telepatia considerata “fantasmica.” Mi fanno
pensare al simpatico segnalibro che ultimamente ho dato in regalo, due calamite
legate sopra dove la sorridente faccina maori davanti attraversa le pagine di
carta per aggrapparsi all’identica faccina sul retro. Ma non è semplice
magnetismo. L’intimo rapporto tra le particelle gemelle non può essere spiegato
dalla fisica perché avviene in una dimensione fuori dallo spazio, fuori dal
tempo. Come succede fra chi scrive e chi legge, la vera magia avviene fuori dal
libro.
So what about reading someone’s mind? Well, that’s the
paradox, the magic of life, because the very concept of spacetime is turned
on its head by the discovery of twin particles. Within the atom are some quanta
called photons, or light particles, that are able to overcome time and space.
They are twin particles which were once connected but then separated but which
remember each other and continue to mirror each other. Even if they’re placed
at opposite ends of the universe, these two luminous particles will send
messages that travel through space and matter using a “spooky” kind of telepathy.
They make me think of this cute little bookmark I recently gave as a gift, two
magnets connected at the top where one smiling Maori face on the front pushes
through the paper pages to connect with the identical smiling face on the back.
But it’s not simply a matter of magnetism. The close relationship between the twin
particles cannot be explained by physics because it occurs in a dimension beyond
space and beyond time. Like what happens between a writer and a reader, the
real magic happens outside the book.
Mai scritto in un blog in nessuna vita presente o passata.
ReplyDeleteSono nato a Napoli ed ho scoperto per la prima volta Heddi G. in un video dove parlava e gesticolava in italiano.
No credo che Heddi abbia grandi conoscenze di fisica (una disciplina che un poco frequento) ma possiede l'intuito e la sensibilità che mi aspetto in una bella persona.
Grazie per le belle parole, Claudio. Scrivo per esplorare, per imparare. Allora "imparami" se puoi e se vuoi...La fisica mi fa girare la testa e battere il cuore, e alle particelle gemelle ci penso tutti i giorni. Un grande abbraccio!
ReplyDeleteBuonasera Heddi, stamattina ho scoperto con piacere che mi hai scritto.
ReplyDeleteSe veramente vuoi, ti farò presente in cosa sbagli, anche se non mi meraviglio quando dici d’essere interessata alla fisica perché si vede che ti documenti con puntiglio.
Io sono comunque un matematico e non un fisico per cui credo di saperne qualcosa ma non prendermi per oro colato.
Quando dici che il tempo è relativo e che solo un orologio atomico può misurare il tempo universale, non è corretto.
In fisica il termine “tempo universale” (UT) indica tutt'altro.
Il tempo veramente universale come lo intendi tu, semplicemente non esiste e, per questo, non può essere misurato in alcun modo.
La relatività del tempo non è un fatto psicologico o una semplice percezione temporale è qualcosa di assolutamente concreta!
Se regoliamo due distinti orologi atomici e ne prendiamo uno ciascuno, ed io resto a casa mentre tu voli su un’astronave tra le stelle ad una velocità prossima a quella della luce, in uno o due decenni terrestre, essi saranno sfasati di anni.
Non solo, tu sarai ancora giovane e bella, invecchiata di un filino, mentre io potrei essere passato a miglior vita.
Non solo, la cosa è talmente tangibile che, seppure per pochi microsecondi, tra il tempo sui satelliti artificiali e quello sulla terra c’è una sfasatura capace di mandare in tilt il sistema GPS se solo non fossero impiegati degli algoritmi correttivi.
Non solo, essendo che la potenza del campo gravitazionale altera spazio e tempo (e infatti anche lo spazio si deforma) se con la tua fiammante astronave avessi la pessima idea di avvicinarti ad un buco nero avendo tuttavia cura di mandarmi un segnale a ogni secondo, i tuoi secondi non sarebbero pari ai miei ed a me giungerebbero bip bip sempre più dispersi.
Fin quando, qualora dovessi tu raggiungere l’orizzonte degli eventi, l’ultimo segnale non mi arriverebbe mai, giacché per noi terrestri il tuo tempo sarebbe fermo e quello che per te passa in un battito di ciglia per noi durerebbe in eterno.
Se io dalla terrazza di San Martino potessi vedere il tuo cuore lo vedrei fermo, se tu potessi scorgere il mio non distingueresti alcun battito ma un sibilo, una vibrazione come quella delle ali di un colibrì, ma forse nemmeno.
Ho tuttavia inteso che a te interessa di più la questione dell'entanglement quantistico ma come vedi basta poco per pescare infinite meraviglie e altrettanti misteri.
Non credere a chi ti dice che la matematica non è un’opinione (e temo che la cosa possa valere anche per la fisica).
Non è un’opinione fin quando ci si muove nella confort zone dei problemi a dimensione d’uomo e delle grandezze finite, ma appena si varca la soglia dei giganti, ecco che sorgono paradossi da far tremare i polsi con sotto-insiemi di uguale cardinalità (numero di elementi) rispetto all’insieme infinito che li include! Con cifre di numeri irrazionali che indicano grandezze geometriche modeste, come quelle della diagonale di un quadrato, che pure sono incommensurabili richiedendo tante cifre decimali che non basta l’universo intero per scriverle tutte.
Comunque io credo che queste cose tu le percepisca per illuminazione (so di essere un caso patologico, ma avrai inteso che ho idee poco ortodosse sebbene alquanto strutturate) ed è questo che traspare da quanto scrivi ed è questa sensibilità che conforta.
Scusa se mi sono allargato tanto per cui sarò costretto a saltare il tema delle particelle gemelle, ma ho già esagerato e così preferisco farla finita.
Ti auguro sinceramente ogni bene, Claudio
Claudio, la tua lezione vibra di una razionalita' poetica, o forse di una poesia razionale, che stupisce per bellezza e complessita'. La rileggero' finche' non mi entra in testa, vorrei anche farla vedere a una mia carissima amica (scrittrice anche lei) con cui ho spesso discusso di questi difficili concetti e che e' ancora meno ortodossa di te! Non so come ringraziarti per il tempo che mi hai dedicato, e spero che nei prossimi mesi potrai illuminarmi anche sulle particelle gemelle. Intanto, un abbraccio dall'altra parte della terra.
ReplyDeleteChe bello ! Ti abbraccio anch'io !
ReplyDeleteBuongiorno Heddi,
ReplyDeleteprima di tutto buona Pasqua, sebbene stamattina più che a Pasqua mi pare di trovarmi nel mezzo di un mercoledì di Quaresima.
A Napoli qualcuno si sta organizzando con lasagne e pastiera fatte in casa, ma io non sono così bravo e faccio fatica a orientarmi.
Intanto ti volevo dire, che ho scritto qualcosa sulle particelle gemelle, ma mi sono fatto prendere dall’entusiasmo e ho sforato di brutto i quattromila caratteri.
Anzi, a essere onesti, credo di aver bucato pure gli ottomila ed i sedicimila caratteri, essendo che quando cominci a scrivere una parola tira l’altra.
Ora non so quale sia la cosa migliore e nemmeno se ancora ti interessano le mie osservazioni.
Comunque ti lascio un indirizzo e-mail, così che (se credi) potrai dirmi come devo comportarmi e se c’è modo di farti avere il mio scritto.
Vedi tu !!!
Io comunque ti faccio i migliori auguri anche per l’edizione (suppongo recente) di Eine Liebe in Neapel, di cui ho letto delle inserzioni sulla stampa tedesca.
Un caro abbraccio.
Riguardati.
Claudio
PS: dimenticavo, la e-mail è claudioclapclap@libero.it
PS: desidero lasciarti pure questo link https://vai.cl/2020/04/03/la-cara-disciplinada-y-solidaria-de-napoles/
Ci troverai un bell’articolo su Napoli e, soprattutto, dei bellissimi video che ritraggono la città come non l’hai mai vista.