I’ve been sucked back into that black hole again. That deep,
dark, sleepless hole known as “copyediting at night after the kids have gone to
bed.” An even more desolate hole than usual since this latest academic volume
I’m editing is about the embryological themes of Taoist meditation
practices—basically, a return to the womb.
Sono stata nuovamente risucchiata da quel buco nero. Quel
fosso profondo, buio e insonne conosciuto anche come “fare revisioni di notte
dopo che i bambini sono andati a letto.” Un buco più desolato del solito dato
che il volume accademico che mi tocca questa volta parla dei temi embriologici
della meditazione taoista —ineffetti, un ritorno all’utero.
In my little dark hole (which I’ve surely dug myself), I’ve
discovered a few things about myself as a copyeditor:
E all'interno del mio piccolo buco scuro (una fossa la quale ho sicuramente scavato con le mie stesse mani), ho scoperto un paio di cose di me stessa come redattrice di testi:
1)
In the middle of the night, despite three cups of tea, I do
make mistakes—especially with semi-colons;
1) A notte
fonda, nonostante le tre tazze di tè, di errori ne faccio—soprattutto
con la punta e virgola;
2)
Copyediting someone’s bibliography is like changing diapers:
it’s messy and thankless but somebody has to do it;
2)
Correggere la bibliografia di un altro è come cambiare un pannolino: è
un lavoro sporco e ingrato ma qualcuno lo deve pur fare;
3)
My forte is not editing the technical details, which is in
fact straightforward “copyediting” (like what I’m doing now), but editing ideas,
what they call “developmental/substantive editing.” Even at one in the morning,
I’m able to discern an academic’s thought from a labyrinth of words and reweave
it so that it makes sense—taking it from total gibberish to actually
interesting. How am I able to do this? Because I can read minds.
3) Il mio forte non è la revisione dei dettagli tecnici, ciò che è
ineffetti la revisione vera e propria (come quella che sto facendo ora), ma
piuttosto la revisione delle idee, quello che chiamano in inglese “developmental/substantive
editing.”Anche all’una del mattino, sono in grado di percepire il pensiero
di un accademico in mezzo a un labirinto di parole e di reintrecciarlo in
maniera tale da renderlo comprensibile—insomma, lo trasformo dal delirio più
totale a qualcosa di effettivamente interessante. Com’é che ci riesco? Perché leggo
nel pensiero.
But if I’m so good at untangling other people’s messes, I
ask, why can’t I unravel my own? Certainly, a little sleep wouldn’t hurt.
You've made a good name for your blog by selecting the best pieces fo art! It is the primeval criteria for me!
ReplyDeleteThank you! I find it tricky, actually, because I'm never sure about the laws regarding use of images...best to use my own whenever I can!
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